sabato 31 luglio 2010

I colori di Tex

Leggendo alcuni interventi apparsi su un forum riguardanti i colori della camicia di Tex, mi è venuto a mente quella volta che ne parlai con con Galleppini durante l'incontro che avemmo nel 1993. L'autore era fermamente a favore della camicia Arancio (Arancio Fiamma per la precisione, il colore che poi caratterizza il primo "Tex" degli albetti a striscia e da sempre però scambiato per Rosso) lo stesso colore dapprima passato in disuso e sostituitodal Giallo poi riutilizzato sulla copertina "La foresta di totem" un quarto di secolo più tardi, N. 221 della serie regolare, e successivamente ne "La valle infuocata". Chiesi allora a Galep del perchè in piena "epoca arancio" il famoso posterino inserito nel 40 ristampa e nell'1 della Collana Rodeo e dipinto nel 1967, presentava il suo Tex con sgargiante camicia gialla. Lui mi rispose che nell'iconografia "esterna" alla serie vi potevano essere delle interpretazioni come quella e che comunque in quel periodo si stava facendo strada il partito della camicia gialla.
Nell'immagine qui postata, forse contemporanea a quel poster (1966/67?), Galep indica alla redazione i colori della cover 150 della serie Rossa su un apposito lucido nel quale la camicia è rossa.

La camicia rossa è giusto dire sarà adoperata da quel momento in avanti solo per "cause di forza maggiore" ... come in presenza di sfondi gialli, ad esempio, che avrebbero reso impossibile l'uso del giallo nella camicia di Tex e/o in atmosfere notturne dove il rosso verrà considerato "più pertinente", vedi "Fuga nella notte".
Diverso è il motivo che portò ne "La Sconfitta", cover dallo sfondo giallo, ad usare il giallo anche sulla camicia di Tex: è ovvio che il rosso del sangue che cola dalla spalla del ranger non può essere visibile su una camicia rossa.
Ad ogni modo, a scelta dei colori delle prime 30/40 cover della serie gigante è legata a scelte redazionali più o meno casuali. Sottolineo il fatto che S. Bonelli e Bignotti pescavano dalle copertine degli Albo Oro le figure per creare le "inedite" cover giganti. Per schiarirci le idee: nella N. 3 "Fuorilegge", tratta dall'Albo Oro N. 42 Prima Serie, Tex ha addirittura la camicia verde Asparago che verrà trasformata in gialla. nella N. 9 "L'ultima battaglia", tratta dall'A.O. N. 43 stessa serie, la camicia di "ordinanza" arancio fiamma, sarà trasformata assieme alla criniera del cavallo nel canonico rosso "II^ Serie Gigante".

Originale Galep (biacca)

Posto questa vignetta per mettere in risalto una tecnica tanto cara a Galleppini: l'uso della biacca, la tempera bianca che nello specifico contesto è adoperata per fare i capelli del Mefisto. Lo stesso effetto si può ottenere grattando la china con un pennino.

Originale Galep

Dalla mitica storia "L'orma della paura"del 1951, un quadretto originale di Galleppini.

Gigi

Gigi, il mio amico texiano, non è come quelle der calippo e a bira. Tutt'altro. Gigi (Claudio Luigi Dammassa) parla romanesco e non condivide neanche una virgola con le coatte der calippo e a bira: romanesco è una cosa, coatto un'altra.
Pittore, musicante, pescatore in apnea, istruttore di ginnastica artistica e filosofo di strada... Gigi merita un video per essere "spiegato". Teatrante nato, è colui che inconsapevolmente ha inventato "scherzi a parte" ben prima che la fortunata trasmissione di Canale 5 avesse fortuna. Ricordo quando nelle acque della Sardegna pescò, per la moglie di un nostro amico, anelli di calamaro. Si anelli di calamaro. Quella poverina aveva chiesto una frittura e Gigi dai fondali di Capo Testa era emerso con l'asta del fucile carica di anelli di calamaro... pronti per la frittura. Noi non sapevamo nulla. Si era organizzato lo scherzo senza dire niente a nessuno e lo aveva messo in atto "... la frittura per stasera, ma vedi di non chiedermela più che è tosta sparare agli anelli: devi beccarli al centro, altrimenti si rovinano! Alla fine quella aveva creduto che gli anelli di calamaro se ne stavano allegramente a mare pronti per esser fritti!
Ne potrei raccontare mille di storielle come questa, ma mi preme riportare sul blog solo le impressioni texiane di Claudio Luigi.
Questa su Tex Collezione Storica Repubblica, ad esempio...
Aho, a Fra... ma quanno finisce 'sta cazzo de collezzione? Er carrozziere che a sta a colorà ne sta a fa de' sordi, eh? 'taccisua, quanto so' brutti! manco un briciolo de core...

venerdì 30 luglio 2010

Lungo Fucile, Lunga Lingua


Luca Vannini

A volte mi domando perchè alla Bonelli disegnatori veramente mediocri impazzino su testate di importanza vitale (sul nostro Tex, ad esempio, ve ne sono tre o quattro veramente imbarazzanti) e artisti del calibro di Vannini non vengano presi in considerazione neanche con la pistola puntata alla tempia.
Di Luca Vannni si dice abbia fatto incazzare Sergio Bonelli per via di alcuni acrilici di Julia che Vannini avrebbe realizzato, fuori dalla serie, in atteggiamenti sconci... ma anche che abbia avuto dissapori con lo stesso Berardi per questioni "professionali" (in sostanza, Vannini, in qualità di cane sciolto, voleva eseguire il lavoro in completa libertà non attenendosi agli ordini di scuderia - ma con i "si dice" non si fa la storia-). Fatto è che questo meraviglioso disegnatore se ne sta li per i fatti suoi a "spararsi" capolavori come questo. E' di Roma Luca Vannini e prima o poi mi piacerebbe conoscerlo di persona dato che di lui possiedo qualche stupendo acrilico.

..e lo chiamano Silver

Lo chiamano il "Silver" per via della colorazione argentea, è l'ultima trovata con la quale cercano di spillarti qualche decina di euro(40, si dice) per l'ultimo D.Dog in edicola "Programma di rieducazione".
Riesco solo a dire che per 40 euro io ho preso tavole originali del vecchio Letteri (e anche con Tex dentro):pezzi unici!!!Non aggiungo altro, è ovvio.
No, anzi... se non che, con queste stronzate, il collezionismo va a farsi benedire.
Comprate le tavole "minori" dei grandi artisti e avrete dato il vostro contributo alla causa.

giovedì 29 luglio 2010

E per concludere una prospettiva alquanto improbabile




Le pillole per il cuore

...e questa è la vignetta (mamma mia Tex inguardabile) che mi lasciò di stucco all'epoca: Spark che tenta di ingannare Tex esortandolo a fargli prendere le sue pillole per il cuore. Beh, non so proprio quando le abbiano inventate le pillole per il cuore (ricerca su google improduttiva) ma trovo banale la soluzione adottata da Nolitta nel passaggio di questa sceneggiatura.
Ad ogni modo, premettendo che io non sono un "patito" delle incongruenze e quindi me ne può fregare di meno dell'incopatibilità delle pillole con l'era Tex, vorrei simpaticamente "bollare" come una tra le peggiori di Nolitta questa scenetta.

Kit Willer

Beh, è proprio Kit Willer: un giovincello con la faccia da vecchietto. E pensare che un tempo si cambiavano le "passabili" facce di Muzzi, ritenute non congrue.
Qui? cosa si dovrebbe fare? reinventare la vignetta?
Di Fusco, che ho sempre ritenuto un disegnatore del Tex "amico"- le cavalcate con Carson mi hanno fatto sentire in famiglia- non ho mai sopportato le linee cinetiche (n questo "Kit" ne vedete sulla spalla e attorno al cappello) che mi sanno tanto di superfluo, addirittura peggiorative nel caso di un disegno già iperdinamico come il suo.
E di Fusco ho sempre pensato che esprimese il suo meglio nelle storie più classiche, ad ampio respiro come si suol dire: la epica I Ribelli del Canada, ad esempio, non certo Indian Agency.

Un Fusco fontiano

Stavo rileggendo "Indian agency" stimolato da una discussione su un forum, quando mi sono reso conto di che razza di brutto Fusco è presente in quell'episodio. Non ricordavo affatto la storia, dal momento che fu una delle ultime del periodo che lessi in "diretta", o meglio, la ricordavo per la scena in cui un ciccione spaparanzato dentro una vasca da bagno tenta di piccionare Tex dicendogli che deve rendere delle pillole per il cuore, altrimenti è spacciato, non per altro. All'epoca questa cosa della pillola mi colpì molto perchè non immaginavo che Tex coabitasse con una così avanzata ricerca farmaceutica ma, a quanto pare, devo aver del tutto i disegni di Fusco.
Comunque, ho messo dentro questa vignetta molto fontiana, quindi molto caricaturale, per rendere l'idea ma avrei potuto metterne altre 50!
Proprio recentemente mi ero andato a rivedere la prima storia disegnata da Fusco convinto di trovare quegli "orrori" che tanto mi avevano avvilito da ragazzo ma, con piacevole sorpresa, avevo riscoperto un Fusco niente affatto male. A questo punto Indian Agency, che non deve avermi colpito per niente allora, la ri-considero come una storia tra le meno affascinanti della serie... e questo grazie ai brutti disegni di Fusco... che dalle date che appaiono nei cartigli della firma deve aver impiegato tre anni per realizzarla.

martedì 27 luglio 2010

Il ritorno del Drago

Se il numero 100, edizione a colori, ha visto all’opera alcuni personaggi come Jim Brandon, Gros-Jean, Pat Mc Ryan e il numero 101 quello di El Morisco, anche l’ episodio ambientato nella Galveston Bay, albo n 109, vede il ritorno di due vecchi amici di Tex: Tip Durbin e Rudy Nielsen.
Dietro la piccola testatina di pagina 90, nella quale possiamo leggere i nomi di Bonelli e Letteri si nasconde una lunghissima ed avvincente storia dal titolo “Il ritorno del Drago”.
Un eccezionale ritorno, dunque, quello di Nielsen e Durbin: La storia del Drago è fantastica!
I dialoghi dell’ incipit sono musica per le orecchie dei texiani ed i disegni di Letteri portano dentro la storia in maniera fantastica. Poi, i sicari, i sotterranei, i pugnali, i cinesi… tutti ingredienti che Bonelli lavora in maniera superba.
Tra i tanti i personaggi che appaiono ne “Il ritorno del Drago”, spicca Jane Brent, la bella e sofisticata bionda che, tentando la fuga da Tex e C., finirà tragicamente sotto le ruote di un carro.
La storia è di una dinamica impressionante e il quartetto (vi sono anche Kit Willer e Tiger oltre il vecchio Carson) è sottoposto ad una serie di vicissitudini che vedono spesso protagonista il figlio di Tex.
Tra le battute, ce n’ è una pronunciata da Carson che considero da Top-Ten…
Il Nostro è alle spalle di un tipo il cui compare sta letteralmente volando nel saloon sotto i colpi di Tex. Pistola puntata alla schiena del tipo, il vecchio cammello gli sussurra in un orecchio … E tu non muoverti, semolina!
Note: anche qui, come ne “Il Signore dell’abisso”, “Il giuramento” e “Gilas”, Tex si traveste per sorprendere gli avversari.

Anomalie texiane

Ecco un Tex che farebbe felici tutti gli appassionati dell'"anomalo", si tratta del 126 in prima edizione uscito dalle stampe con questa strana "colorazione a strisce trasversali" dello sfondo. Non mi risulta come un'anomalia frequente, anzi è la prima volta che la vedo.
Ad onor del vero, io nei "Tex anomali" non riesco a vederci tutto questo fascino e soprattutto a capirne l'elevato valore commerciale. Questo fumetto al massimo può valere una o due decine di euro, in versione anomala, siamo pronti a scommettere, molto di più!

Galep

Possiamo dirlo, è un Galep nella sua parabola discendente. E' soprattutto la faccia di Tex che non ci piace: inespressiva e senza quella necessaria strafottenza che ne ha caratterizzato il periodo d'oro. Con le luci ancora ancora ci siamo ma con le proporzioni, certamente non un cavallo di battaglia di Aurelio, proprio no. Le gambe di Tex sono incredibilmente più lunghe del suo Dinamite

lunedì 26 luglio 2010

Cover Zagor

Un utente di baciespari mi mandò qualche tempo questa foto che ritrae Lo Spirito con la Scure in una serrata lotta nella bella copertina originale LE MONTAGNE SELVAGGE chiedendomi se ritenevo che il disegno fosse tutto del Maestro Gallieno Ferri oppure parzialmente attribuibile a qualche mano esterna.
Beh, in effetti il disegno sembrerebbe appartenere allo stile di Ferri anche se ad un'attenta analisi lo sfondo roccioso e l'inchiostratura in generale (molto pulita) non ricordano effettivamente il grande disegnatore ligure. L'ingrandimento della foto ha messo in luce i due punti di cui sopra, chissà , può darsi che qualcosa successe in redazione, oppure noi si sta prendendo un abbaglio!

domenica 25 luglio 2010

Apostolato della buona stampa

Potete ingrandire la foto fornita dal bellissimo blog Fumetti Classici cliccandoci sopra e ricliccando ulteriormente. Si tratta un indicatore della stampa per ragazzi pubblicata nell'annata del Vittorioso del 1951 attraverso questo "pieghevole" curato dall'AVE e distribuito nelle parrocchie.
Le categorie sono: raccomandabile, leggibile, con cautela e stampa esclusa. Assieme a tanti altri "innocenti" fumetti,nell'elenco stampa esclusa anche il nostro Tex.

GLB il mangiapreti

Ai tempi del Vittorioso lo chiamavano mangiapreti e immagino abbia preso a male la famosa faccenda delle autocensure su Tex fatte dal figlio Sergio. In un'intervista ricordo che se la prese col letterista che stravolgeva i dialoghi per "distrazione", ma io ci credo poco e mi domando solo se fu avvertito delle modifiche che avrebbero avuto luogo per via di quel disegno di legge governativo che minacciava la chiusura di alcune pubbicazioni a fumetti come Tex. Penso proprio di no, Lui il suo Tex non lo avrebbe mai stravolto a quel modo. Figlio di vermi puzzolenti puoi scriverlo solo in quel modo, non sostituirlo con frasette inoffensive. Poi vi è il modello Tex, diciamo solo che ha cambiato politica, ma di questo meglio nn parlare. Da parte mia posso solo immaginare la faccia di GLB di fronte a opere come El Muerto o Caccia all'uomo, ma anche il capolavoro "svogliato" La Sconfitta".

sabato 24 luglio 2010

A proposito di Ebbai

ma quanti sono venditori da evitare e soprattutto quali sono? Questa è la domanda che più spesso mi sono sentito fare nelgli ultimi anni in qualita di titolare di un sito che si occupa di fumetti.
Rispondere è molto semplice perchè nella realtà i venditori sono quasi tutti da evitare. Non credo d scoprire l'acqua calda, no? Si fa prima a fare il breve elenco di quelli seri: Milady, Via Manzoni, La soffitta di Pippo, REM srl, Gianbart, Nauta, Michele Nocera e davvero pochi altri coloro i quali hanno dimostrato a detta di tutti professionalità e, perbacco ciò che più interessa all'acquirente... descrizione veritiera del materiale in vendità. Mi ricordo Via Manzoni che descriveva "buoni" fumetti da magazzino, lui, Luigi, era poi diventato mio amico per questioni musicali che ci accomunavano.
Di fare nomi di qualche pezzo di merda ne avrei voglia, aivoglia se ne avrei voglia, ma preferisco starmene buono. Mi spiace solo che alcune ragioni d'Italia hanno la loro reputazione rovinata per colpa di qualche furbacchione: Campania, Toscana, Sicilia e Piemonte, ad esempio, ci ho conosciuto ottimi venditori ma anche immensi mascalzoni (noti ai più).

Il Tex più raro?

Senza dubbio il 17 della serie gigante "1/29". Albo molto raro. Valore commerciale nessuno. L'ho visto vendere su ebay attorno ai 4.000 euri... e privatamente, so, a poco meno di 11.000 euri. Non male!

"EL 101" e i suoi mostri

Manco ho fatto in tempo a scrivere il breve pezzo sui Mostri, post che precede questo, che l'amico Gianfranco mi spedisce la rece per http://www.baciespari.it/ su El Morisco.
Grandiosa analisi di un appassionato che a differenza di certi recensori commenta in maniera sobria e pimpante la storia in oggetto: lo preferisco a certi coltissimi utenti col loro scrivere dotto ma palloso!

Mostri (amuleto 101)


Amuleti, fiori della morte, statuine, palline di ossidiana etc... e tutto ciò di esoterico che nasceva dalla fantasia del maestro Letteri ha rappresentato per i lettori texiani davvero un capitolo a parte. La grande storia El Morisco (101-102-103) rappresenta forse il punto più alto del duo Bonelli-Letteri, senza nulla togliere ad altre storie capolavoro come El Diablero, Una Campana per Lucero, Il Fiore della Morte, Il Ritorno del Drago, Il Laccio Nero e la stessa Gli Scorridori del Rio Grande (cazzo, quando devo fare la lista dei capolavori bonelliani non finisco più).
Dicevo che dai pennelli del maestro Letteri abbiamo ricevuto un sacco di immagini come questa postata, che hanno in qualche modo contribuito ad inquietare i giovani lettori del Tex anni '70: a me questa inquietò abbastanza, tanto da volerla disegnare (disegnare per modo di dire) sullo scudo appeso alla porta di una capanna fatta da noi adolescenti per scacciare i nemici.
Non funzionò. Si vede che leggevano Kriminal!

venerdì 23 luglio 2010

Fumetti da edicola!

Fumetti da edicola, chi non ne vorrebbe?
Posto questa foto con una sequenza di miei Zenith, presi lo scorso anno a Reggio Emilia e costatami un occhio della testa!
Chi te lo ha fatto fare? potrebbe obiettare qualcuno.
Beh, la verità è che comincio a pensarlo anch'io, vista la crisi che sta attraversando il mercato.
Per ora posso solo godermeli come tali, è ovvio che ho scelto, come sempre, lo stato da edicola perche uno stato d'uso "inferiore" non ha nessuna prospettiva commerciale in previsione futura. Dedicato a tutti quelli che hanno sempre da criticare i collezionisti "da edicola" e che preferiscono leggersi il loro Zagor in mezzo alla sabbia del mare

Solar

Un'immagine di Solar presa dallo web. Anche Solar appare sui Tex giganti del 1965 assieme al "fratello" Magnus.

mercoledì 21 luglio 2010

Storia della II^ Serie Gigante di Tex

Furono riprodotte cover in redazione, qui ne vedete un esempio, stampati fascicoli appositi privi di numerazione alla pagine, modificati alcuni "dettagli", linguaggio e disegni, rispetto alle pubblicazioni a striscia e, il tutto, portato alla stampa per il famoso volumetto spillato.
Perchè l'editore ri-propose questo formato? voglio ricordare che mentre esordiva in edicola il primo numero della II^ Serie (1958), la I^ era ancora edita.
Mah, probabilmente fu il secondo e definitivo tentativo di dare una lettura più ricca rispetto agli albetti a striscia e al f.to Albo Oro che si divoravano in poco tempo. Il primo Gigante(1954) era stato puramente sperimentale e utile soprattutto atto a smaltire i resi di magazzino dell'A.O., mentre parallelmente le raccoltine facevano la stessa cosa con i resi delle strisce.
Per la II^SG vi fu una stampa apposita dei fascicoli e le tirature della collana furono enormemente più massiccie rispetto alle tirature ella I^SG (detta anche 1/29), questo sta a significare che nel 1958, anno di uscita del primo numero II^SG, gli intenti erano quelli di proseguire a tappeto e non più di sperimentare.
20.000 copie è la tiratura che molti attribuiscono a "La Mano Rossa", la stessa delle strisce, ma qui vi è da dire, come ormai tutti gli appassionati sanno, che l'edizione del primo numero comprende una tale quantità di varanti che è difficile inglobare il tutto in un unica tiratura. Ad esempio, come spartire le 20.000 copie in cinque diverse tipologie non censurate dello stesso fumetto? quante copie del NC NBA senza purtroppo, quante del NC LEGGETE con purtroppo, del NC LEGGETE senza purtroppo....NC NBA senza purtroppo e senza strillo in quarta, NC NBA Piccolo Ranger in quarta?
Attribuiamo sicuramente un esiguo numero di copie alla versione con P.Ranger in quarta (diciamo un migliaio di copie o poco più?), un numero consistente alla versione considerata primissima edizione NC NBA senza purtroppo (diciamo 10/12.ooo esemplari?), il resto da dividere tra la difficile copia del NC LEGGETE con purtroppo, quella senza purtroppo e quella senza strillo.
continua...

Magnus

Locandina pubblicitaria di Magnus che appare su albi giganti di Tex nel 1965. Magnus è un personaggio pubblicato dalla Gold Key Comics.

Gilas

Gilas, un nome un programma. Uno dei più strafottenti Tex mai visti, caratterizzato graficamente con sorprendente abilità da Nicolò. Le grandi battute in questa storia si sprecano, il linguaggio tagliente di Gilas è favorito anche dal fatto Tex deve interpretare un bandito nel covo di una cricca di tagliagole a Robber City, lo sontro verbale è fervido!
Lettura straordinaria di un'avventura straordinaria. é l'agosto del '69 quando esce la storia e, particolare curioso, un paio di mesi prima Martina e Carpi avevano "inventato" Paperinik.
In risalto nella storia altri due elementi. 1) la figura di Juan Ortega, che diverrà un breve compagno di viaggio per Tex. 2) La sparatoria con cui si apre l'episodio: memorabile!
In "Vendetta per Montales", di Boselli, vi è un "camuffamento" simile: tentativo lodevole ma dissoltosi dopo qualche pagina in cui Tex prende qualche "sberla" di troppo, a mio avviso anche "maldestramente" reso da Piccinelli.

continua..

martedì 20 luglio 2010

Il primo Fusco

la prima apparizione di Fusco su Tex coincise con la fine dell'Epoca d'Oro. Capiamoci, non per colpa del povero Fernando, piuttosto di GLB che dal n.168 al n.250 non espresse più capolavori uno appresso all'altro e ci donò questa atipica "L'idolo di Smeraldo" in mezzo alla bellissima "Il messaggio dei Dakotas" e alla spettacolare "Il Laccio Nero".
Con le slitte di Ticci ancora negli occhi a rincorrersi nella neve, era l'Ottobre del 1974, nelle edicole apparve "L'Idolo di Smeraldo", albo con quel giovane ed atletico Tex, dotato di un dinamismo irrefrenabile in una storia già movimentata di per se. E le gambe delle indianine, le pose plastiche dei personaggi, le linee cinetiche del tutto improbabili, la possenza dei cavalli manco fossero quelli di Fidia, tutta roba mai vista su Tex. Non mi invento nulla: Fusco su Tex fece storcere il naso a molti. Quel suo tratto che alla luce degli occhi di oggi è riconducibile al Ticci prima maniera (Vendetta Indiana e Massacro) e al postumo Giolitti; un tratto fortemente caratterizzato, lontano dagli stilemi, pur in fritto misto, creati dai precedenti disegnatori e che molti hanno continuato a non amare anche nell'opera più tarda.
Si dice che la storia sia atipica se confrontata alla produzione bonelliana '69/'75: lo è!
Una serie di circostanze, non tutte grafiche, ha fatto si che L'Idolo divenisse quello che è nella saga: un momento narrativo di estrema arrabbiatura di GLB. Un GLB che è risoluto nel suo Tex che ordina ai Navajos di mettere a ferro e fuoco il villaggio Hualpai al fine di ridurlo in un ritrovo per lupi e coyotes e che se ne frega della colonna di vecchi, donne e bambini che sommessamente abbandona quell'inferno.
Proprio in questi giorni è pubblicata una storia che ricorda, nell'assedio alla roccia, questa, ma L'Idolo di Smeraldo, per suo conto, "macina" come il Tex f.to vintage dei primissimi episodi, va come un treno, acquieta il ritmo solo nelle quattro pagine di Culver City... poi, alla morte di... una delle squaw che gli Hualpai tenevano prigioniere in attesa di sacrificarle... una bellissima fanciulla che si battuta sul costone al suo fianco, l'ira del Ranger che si abbatte ingiustamente verso le genti del villaggio Hualpai.

lunedì 19 luglio 2010

Amici miei

Il mio amico Mauro De Rossi, una delle "teste" più interessanti del panorama collezionistico dei fumetti. Disneyano ed esperto di pubblicazioni anteguerra è uno dei più noti e seri mercanti italiani.
Mi si conceda una battuta: non è uno tra i più cari, come si dice, perchè con lui trattare e accordarsi è facile.

Vignette evocative: Sangue Navajo

Non è il caso di fare commenti a questa vignetta di Galep: si tratta di una dei quadretti più memorabili mai apparsi nella saga.
Sangue Navajo è a buon diritto una delle storie più belle dell'intera saga. Tanto cara agli stessi autori, Galep e Bonelli, quanto ai lettori vecchi e nuovi, tratta un tema fino ad allora (1961) mai portato sulle pagine dei fumetti, ne tanomeno nella cinematogafia. Anticipa (con veemenza) i cineasti americani del calibro di Penn, Nelson, Silverstein, Aldrich di almeno un decennio.
Tag-Incongruenze-location? no, non ci interessano! incongruente è già avere la possibilità di recensire "Sangue Navajo", una storia considerata dall'autore un capolavoro. Silenzio, please.
uhm...incongruenze (e no provate ad usare le NOSTRE foto perchè le rinonosceremmo dal logo apostato sopra). Quanto so' fichi.

Vignette evocative: Ruby Scott

Grandissimo disegno di Galep, espressione che la dice tutta sul pensiero che attraversa la mente di Scott... Questa voce... questa voce... non può essere! la voce del tipo che lui ha ucciso poco prima in duello e che, dannazione, dovrebbe essere già sul tavolo dell'obitorio del paese.
Obitorio...uhm, un postaccio per Willer.
Così Tex sta per spedire all'inferno Ruby. Lo farà con la sola mano sinistra...e vorrei vedere che, dopo aver dato ascolto al figliolo Sergio, GL Bonelli non si fosse preso questa piccola rivincita facendo atterrare Ruby Scott da un Tex a mezzo servizio!
Va bene così, Sergio!

Vignette evocative: Stazione di Winnipeg

Tex e i suoi "sbarcano" a Winnipeg -Canada- per una delle avventure più belle dell'intera saga.
Devo dire che, recentemente, quando si parla di capolavoro assoluto di Tex, sento sempre lo stesso titolo: Sulle Piste del Nord.
Ah, io ci vado a nozze! Anche se poi mi sembra di ricordare che la Nostra non facesse parte delle storie che Bonelli avrebbe portate con se su un'isola. Chissà, forse troppo ispirata alla cinematografia americana, o forse troppo perfetta nel suo epico e classico sviluppo con "poco" del carattere dell'autore? In fondo la storie scelte da GLB per l'isola sono più intimiste, compresa quella nelle Terre dell'Abisso sicuramente ispirata al Verne di Viaggio al centro della Terra, cito a caso... Sangue Navajo o Il Giuramento.

Vignette evocative

La Dama di Picche in una delle più evocative vignette di Tex. Questi tipici ed inquietanti scenari d'apertura erano fraquentemente richiesti da GLB al disegnatore: era lui stesso a suggerire l'inquadratura e tutti gli elementi da inserire con disegnini molto particolareggiati. In questo caso il teschio in primo piano seguito nelle vignette successive da serpenti striscianti, lampi improvvisi, scheletri di animali ecc.

domenica 18 luglio 2010

Travi e pagliuzze

L'altra parte della storia che non funziona è il metro di giudizio che si adotta allorquando si deve esprimere un parere su un disegnatore. Mi pare evidente che se ritengo che Font faccia schifo debba poi accettare l'uso volgare del termine di chi ritiene Ticci,Villa, Galep o Civitelli come Font.
Non c'è nessuna possibilità di scampo.
Ma così pare non sia e allora... Ah, ma che sarebbe questa storia che un disegnatore è inguardabile?usate dei termini più consoni, meno offensivi! Font può non piacere ma definirlo inguardabile è un'offesa ingiustificata!
Giusto. Sacrosanta verità!
Non si sa mai chi fu il primo ad usare certi termini contro Diso, si sa solo che c'è chi ti redarguisce col ditino puntato quando critichi Font.



Razza di disgraziati!

Allora, se non ho capito male, in giro per la rete si dice: Le storie di Nizzi con Villa sono ottime per gran merito soprattutto di Villa.
Sono d'accordo, anche Patagonia lo è, ottima, per gran merito soprattutto di Frisenda.

Mostri veri!

Difficile non trovare di straordinaria bellezza Mah-Shai, la strega del Colorado de "Le Terre dell'Abisso". E per "Mostri veri" non intendo certo lei, ma i sauri che popolano il mondo perduto dove vanno ad incocciare Tex ed i suoi in una delle avventure memorabili della saga.
Capolavoro.
E' l'ennesima rilettura della storia che mi provocò una riflessione definitiva sulla grandezza di GLB.
Finito il suo Tex ne è iniziato un altro: inutile sprecar fiato sui paragoni con volorosi eredi. Nessuno ce l'ha potuta fare, a meno di pregevoli ed occasionali avvicinamenti, che ci sono stati soprattutto da parte del primo Nizzi.
Nolitta, Boselli ma anche Faraci lontani, lontanissimi. Chissà, Manfredi...

Mostri (Barrera, il pazzo)

Barrera, il pazzo che si nasconde sotto il pellicciotto di un grosso scimmione, è il protagonista di una delle più belle ed intriganti storie di Tex. Barrera non è un mostro ma solo un povero demente che ha deciso di andarsene in giro la notte a segare le teste alla gente, causa tragici trascorsi nelle piantagioni nell'isola del Borneo che ne hanno segnato l'esistenza.
L'incipit grafico di Galleppini è di tutto rispetto, terrificante quanto basta. il Nostro verrà "superato" per terrore solo dal grande Letteri (andatevi a rivedere Diablero).
Nota a margine : mi piace sottolineare IL MIO NOME é TEX, volume della Mondadori editonel 1975, che ospita questa "La Valle della Paura" e "Le Terre dell'Abisso", e in cui vi è una grande prefazione di Giovanni Gandini.

Mostri (il diablero)

Nell'immaginario del lettore texiano le possibilità che esista un mostro del genere sono pari a quelle dell'esistenza dell'Alieno de La Valle della Luna": magia esoterica contro fantascienza da B Movie, due storie dello stesso autore ma così tanto diverse.
Questo mostro, anzi quello immane del disegnatore Letteri...non ce ne voglia il buon Villa, fu a suo tempo assolutamente orrorifico. Lessi il primo episodio da mia nonna Rosa: la famiglia radunata attorno al tavolo dalla cucina ed io sotto col "Diablero". Il Diablero di spalle che corre nella notte circondato dai lupi mi fa ancora percorrere i brividi nella schiena. Ad attenuare parzialmente le paure di un dodicenne...quella gnocca di Mitla, inventata da GL Bonelli e Letteri, che è da considerare forse la più bella donna mai apparsa su Tex! Chissà se altri miei coetanei hanno avuto il mio stesso pensiero: Mitla che si accopia col Diablero. La vignetta di pagina 57 de "La Regina della Notte" ... "la notte è dunque nostra!", "Si, Guaimas!"

Mostri (l'alieno)

L'alieno che appare nei sette episodi del 1962 pubblicati nella serie Leopardo Nero, non è il primo dei mostri della saga texiana: prima di lui i giganteschi puma di Vindex e i preistorici sauri che Tex incontra nella straordinaria avventura nelle Terre dell'Abisso, ma anche le mummie de "I Figli della Notte".
La storia con l'Alieno, dal titolo "La Valle della Luna", è una di quelle che ha guadagnato dei punti man mano che gli anni son passati; oggi a quasi cinquanta dalla pubblicazione ritengo che il giudizio di "storia un po' banalota" sia da abolire completamente. Io la considero un cult e non certamente per sfuggire dal dare un giudizio più sostanzioso, ma semplicemente perchè l'azione simltanea dei due autori, GL Bonelli e A. Galleppini, ha donato un involontario cult.

venerdì 16 luglio 2010

Domanda

Ma i fumetti sono stati "inventati" per i ragazzi oppure per gli adulti?
Dai, un piccolo sforzo e si arriva subito alla risposta.
Faccio un po' di ironia perchè troppo spesso leggo un sacco di dotte cose sulla materia, il che non è un delitto, ma quasi si dimenticasse che la natura vera del fumetto è quella di divertire i ragazzi e solo di "sguincio" gli adulti: divertire e divertirsi.
Il bacino d'utenza su cui fa affidamento la Sergio Bonelli Editore,ad esempio, una casa editrice già specializzata per ragazzi e adulti, non è certo quello dei 40-50enni, proprio no! D.Dog, N. Never, Zagor, Gea, M.Mystere e in parte lo stesso Tex, raccolgono di sicuro lettori tra i 12 e i 18 anni, e solo in seconda battuta over 18. Perchè allora la Bonelli dovrebbe realizzare, attraverso i suoi autori, storie per "adulti", quando chi tira fuori il grano sono i non adulti? Possibile che questi quattro "cazzoni" non riescano a capire che epiche collane della Araldo/Cepim/Daim Press come La Storia De West, Ken Parker, Un Uomo un'Avventura, progetti editoriali di certo non destinati ai giovanissimi, sono state mantenute in vita dalle finanze introitate dalle vendite di serie come Zagor, Tex, Comandante Mark, Mister No etc?
Alla faccia, sono sconcertato anch'io da "Il Ponte di Roccia", l'ultima storia i Nizzi, ma conosco un mucchio di ragazzini che l'hanno gradita. E così il recente Dylan Dog, che raccoglie critiche a tutto spiano dagli adulti, ma che tanto piace ai ragazzini!
Tex "tira" 250.000 copie, se non lo comprano più i "cazzoni" può chiudere mensilmente a 249.945... se non dovessero più compralo quelli che qualcuno definisce fregnaccioni o cose del genere... buonanotte Tex!

crollo del mercato dei fumetti

Dopo l'incredibile boom del triennio 2004/2006 il mercato del fumetto sta oggi attraversano un momento di crisi talmente buia da non lasciar intravvedere spiragli di luce nel più immediato futuro. Anzi!
I primi sintomi si sono manifestati già a partire dalla fne del 2007, confermatisi durante il primo semestre 2008 e trasformatisi ufficialmente in crisi del settore nel secondo trimestre dello stesso anno. Il 2009 ha purtroppo mantenuto il mercato al ribasso per quasi tutti e dodici i mesi, probabilmente sulla scia della crisi economica nazionale, ed ha avuto una leggera ripresa nell'ultimo bimestre, quando alla Lucca di Novembre sembrava essere tornati ai fasti di un lustro prima.
Sembrava, ma non era così! Infatti, oggi, a metà del 2010, la crisi è tornata più nera che mai.
Quali i motivi? difficile dirlo, ma è ovvio che sempre meno soldi girano nelle tasche dei collezionisti i quali non paiono più disposti a prendere fumetto antiquariato o comunque di una certa importanza alle cifre di qualche anno fa, con la conseguenza che i venditori ora chiudono in cassaforte tutto, senza nessuna intenzione di svendere.
Quando parlo di mercato mi riferisco all'andazzo "generale": non posso sentir dire che si è preso solo qualche giorno fa un singolo e pregiato pezzo alle stesse cifre del 2006. Credo che un gran pezzo da magazzino farebbe furore anche sullo "spento" Ebay" di questi tempi. No so, provate a mettere un 136 straperfetto della Zagor Zenith in asta e poi tirate voi le conseguenze!
Ripresa? personalmente non la vedo tanto vicina, si dice sempre "ah, ma tanto Tex, Diabolik e Topolino mantengono sempre inalterato il loro valore, sono un sicuro investimento", oh, si, un sicuro investimento solo che stavolta mi sembra leggermente diverso, le speculazioni avutesi negli ultimi anni anche su testate così "granitiche" hanno creato una sorta di punto di non ritorno: di sicuro non avremo la corsa al rialzo che ha portato, ad esempio, il numero 1 di Tex non censurato dal milione e 300mila lire dell'anno 2000 alle 5 mila euro dell'anno 2005, cioè 6-7 volte di più.
Per la precisione... 1500 euro sono la cifra che a mio avviso dovrebbe costare quel numero, rapportato alle 30/40 euro di un 45 senza continua e alle 2.70 dell'ultimo in edicola.

mercoledì 14 luglio 2010

Salvate il guerriero Jack

Gino D'antonio è l'autore di una delle più memorabili collane a fumetti mai pubblicate in Italia: La Storia Del West.
Scrittore e disegnatore della saga, D'antonio fu "sorretto" nell'imponente lavoro principalmente da Renato Polese e Sergio Tarquinio che hanno disegnato la maggior parte degli episodi, ma iniziamente anche da Renzo Calegari, Giorgio Trevisan e qualche altro come Ardigò.
Che dire? beh, innanzitutto consigliare a chi non si è mai avvicinato a questa lettura di farlo il più presto possibile e di tentar di leggerne gli episodi dall'inizio...e poi di prendere le edizioni rigorosamente in b/n perchè è solo in questa veste che essa va letta.
E' la storia della frontiera americana con tutti i suoi storici avvenimenti intrecciati con quelli della famiglia irlandese dei MacDonald: dalla grande esplorazione dell' Ovest alla corsa all'oro, dalla guerra civile americana fino ai grandi personaggi della frontiera... Capo Giuseppe, Jesse James, Toro Seduto, Custer etc etc.
Davvero difficile trovare episodi "minori", ce ne sono di grandi e meno grandi ma in ogni modo tutti scritti con maestria da Gino D'antonio, specie nella terza parte della collana dove le figure storiche vengono desacralizzate storicamente e riconsegnate "umanizzate".
Uncino mi ha tradito... voi bianchi non avete battuto Capitan Jack, i suoi uomini lo hanno sconfitto. Così ora Capitan Jack è giunto alla fine della sua pista. I bianchi mi hanno giudicato... non mi aspettav giustizia da loro e non l'ho avuta. Ed è giusto che sia così. Ora c'è solo la legge dei bianchi... la legge indiana è morta.
e sullo sfondo delle ultime frasi di Capitan Jack la corda di una forca e una falce di luna attendono il Sangue di un Guerriero

martedì 13 luglio 2010

40° e il caldo fa brutti scherzi!

Ho cliccato sul profilo di Capitano Mendoza (così come potevano farlo quei due) ed ho visto che il ragazzo è del 23 agosto 1997. Lo sapevo
Scrive Capitano Mendoza....i dialoghi non sono pesanti, la trama è semplice e rilassata, ritorna ad esserci l'ironia e, soprattutto, ritornano ad esserci i pards tutti e 4 insieme. L'unico difetto della storia è Ukasi troppo poco presente.....
....la storia mi è piaciuta...è rilassante...specialmente per me che non vado cercare il pelo nell'uovo, ma leggo solo per divertirmi ed inoltre non sono molto esigente...uno cui basta poco per divertirsi e questa storia è bastata. 7/8 Nizzi 6 Ortiz.
Non vedo come ci si possa giocare l' ultimo neurone faendo il verso al commento del giovane Capitano Mendoza, come fatto da qualcuno nella rete, quando, tra l'altro, questo è il pensiero che più ho sentito fuori dalla rete, (eh già, esiste anche qualche lettore di Tex che neanche sa cosa cazzo siano i forum... diciamo 250-300mila anime) riguardo all'ultima di Nizzi (Il Ponte di Roccia, il peggior albo secco di Nizzi di sempre). Comincio a pensare che certa gente creda davvero che Nizzi, Boselli, Faraci, Manfredi etc scrivano per o contro!. Che presunzione da chicchettosi.
é proprio vero.... la base non "esiste", non conta, è un'entità astratta di 300mila persone.
Ah. Squali vestiti da angioletti.

5 minuti... e fu Tex


Gli spagnoli

E' giusto continuare a tenere nel mensile di Tex "artisti" del calibro di Alfonso Font e Josè Ortiz quando dalla rete piovono critiche anche feroci sulle "prestazioni" dei due?
La squadra dei detrattori è folta. non neghiamolo!
Disegni come questo postato di fianco su Tex non si debbono più vedere, altro che mano del morto, quella mi sembra la mano del fiorellino.
Sono stato tra i primi a prendermi la briga di criticare questi due mostri sacri del fumetto europeo, più che altro Font, anche se considerare Font e Ortiz mostri sacri del fumetto europeo significherebbe innalzare il povero De La Fuente a maestro universale, con i risultato di procurarmi solo delle battute spiritose da chi di disegno, a quanto pare, ne capisce più di me. Mi domando quale sia poi il metro di giudizio di taluni personaggi per giustificare lo scempio compiuto da Font u Tex: per caso che è stato un maestro del fumetto europeo? Qualche "figlio di un cane" ha provato a dire che anche tra i disegnatori storici del ranger vi è chi ha la sua personale lista degli obrobi senza che questa possa essere criticata! un vero "figlio di cane" se non arriva a capire che, sempre questo obrobrio postato a firma di Font, è opera di un maestro del fumetto ancora in perfetta forma che, poverino, probabilmente non ha avuto il tempo di riguardarsi le proprie tavole... e men che meno "percepire" un briciolo della texianità. Cioè, Font, poverino non è colpa sua ma di chi ce lo ha messo in quella condizione, di Tex non ha capito un cappero. Magnus, pur lontanssimo dal modello, ha capito tutto.
é questione di professionalità, Tex non è una marchetta. Quando certe storie vengono disegnate male è colpa della cattiva storia che ha innescato la tragedia grafica (Nizzi), quando e storie sono "capolavoro" le tragedie grafiche non sono più tali, anzi. Dire che questo è equilibrio di giudizio e dir poco.

lunedì 12 luglio 2010

Zagor




Le raccoltine di Tex I^-II^ e III^ serie


Come si vede dalla foto che ho inserito, le diversità di struttura e dimensioni tra raccoltina "bianca" e raccoltina"rossa" sono sostanziali. Perchè?

Tenterò di dare una risposta alla luce del fatto che nella giungla dei resi e ristampe delle edizioni Audace/Araldo non è per niente facile muoversi.

il primo aspetto su cui occorre far chiarezza è l'elemento tipografico. La raccoltina "rossa" del 1956 è infatti stampata in piena epoca 1-29 e Albo d'Oro ed infatti le sue dimensioni sono all'incirca 17 x 8, cioè la terza parte di un albo gigante prima maniera 1-29 e dello stesso Albo d'Oro ma, mentre per gli albi 1-29 viene utilizzata la resa dell'Albo d'Oro opportunamente ricopertinati, per la raccoltina "rossa" si adotta un sistema che ripercorre grosso modo quello delle strisce: stampa del fascicolo 17 x 24 con tre diversi numeri e trancio tipografico per la loro separazione. Quindi 1, 2 e 3 e taglio, 4, 5 e 6 e taglio, 7, 8 e 9 e via discorrendo...dove 1, 4 e 7 rappresentano la testa... 3, 6 e 9 la base. Non sarà certo sfuggito ai collezionisti più accanti vedere segmenti di altre cover su copertine della serie "rossa"... ad esempio, la numero 3, copia "base" del primo fascicolo, con nel suo bordo superiore un pezzetto della n. 2.

Ecco che possiamo deduttivamente escludere l'ipotesi di un qualsiasi riutilizzo di resi per comporre le prime raccolte della serie "rossa". Naturalmente è possibile che vi sia stata anche qualche rara ristampa prodotta in altra veste editoriale (vedi gerenze, copie sottili, retinature), ma diciamo che l'impostazione principale fu quella del fascicolo gigante stampato ex novo con carta patinata e sottile.


Le raccolte della serie 1-7 e serie bianca hanno invece la particolarità della ricopertinatura dei fascicoli per ogni numero della collana. Anche qui è abbastanza evidente l'operazione tipografica che ne da un volumetto con un leggero esubero del cartoncino della cover e che dunque esclude ogni sorta di tranciatura posticcia. La carta delle due serie è molto più spessa e meno patinata rispetto a quella utilizzata per le rosse, non a caso stiamo parlando di albetti che raccoglievano le strisce originali private delle loro cover e ricopertinate.

Nel caso della serie bianca la cosa che più mi sorprende è l'allineamento dei fascicoli che evidentemente avveniva in modo pressocche perfetto, dal momento che essi mantenevano le dimensioni originarie anche a produzione ultimata, mentre nella 1-7 essi sono leggermente rifilati.
Nella foto, alcune differenze di spessore tra 5 albetti della "bianca" e 5 della "rossa"... da notare anche l'incredibile spessore degli albetti della "rossa" non retinata.



A proposito di raccoltine non retinate, non posso che accennare su quanto è noto a tutti da sempre: esse sono una ristampa delle avventure di Tex che non proviene dall'assemblaggio dalle rese delle retinate. Le dimensioni sono la vera caratteristica delle non retinate: esse riducono di mezzo centrimetro i due lati per una misura di 16.5 x 7.5. Più o meno, mezzo centimetro di differenza anche per lo spessore dei volumetti ma stavolta a favore delle non retinate.

In ultimo, come per i f.ti giganti, esistono divese tipologie di materiale per stampa, colore, carta e dimensioni ma non è il caso che mi ci addentri, tanto mi manca la maggior parte del materiale per i confronti.

Certe volte mi sento un pò GL Bonelli: lui faceva le storie di Tex senza mai aver visitato gli States... io le cronologie senza uno straccio di fumetto!

Alla prossima.

sabato 10 luglio 2010

Texone? non me ne sono accorto!

Il titolo è "I ribelli di Cuba", lui è lo speciale annuale della Bonelli Editore e il disegnatore è Orestes Suarez.
Nella copertina (brutta copertina, Tex sembra un gobbetto col pannolone in uno scenario tutt'altro che realistico, quasi disneyano) appare il logo gigantesco "TEX", il nome dell'editore, anch'esso gigantesco, e quello di Orestes Suarez. Non appare, al solito, e chissa perchè..una consuetudine per il texone, il nome di chi ha scritto "I ribelli di Cuba", in questo caso la coppia Nolitta/Boselli autrice di soggetto e sceneggiatura. Qualcuno ricorderà la collana "Un Uomo un'Avventura", lì il nome del disegnatore ospite giganteggiava in cima al volume: Graphic Moment, poteva essere "testi di D'antonio" ma Ferdinando Tacconi, Renato Polese i "veri titolari" del volume. Quindi, due pubblicazioni a nome del disegnatore sia il texone che "Un uomo un'Avventura".
Mi domando però se le 240 pagine dello speciale (uno sproposito per un'interpretazione texiana), possano essere comparate alle poche giuste decine de "Un Uomo un' Avventura". Direi di no. Del texone su Cuba, ad esempio, si coglie quasi esclusivamente la parte letteraria: mezzo milione di commenti alla coltissima opera di Boselli (con mezzo milione di risposte) e in coda un laconico "ah, i disegni di Suarez etc etc...". E allora, perchè non appare il nome dello sceneggiatore in cover? La domanda si potrebbe anche capovolgere: ma perchè continuiamo a commentare in un certo modo una pubblicazione nata come... "Un Disegnatore per Tex".
Diamoci un taglio: quando il texone è di Magnus si parli solo di Magnus, quando è di Suarez solo di Suarez, non di Nizzi e della coppia Nolitta/Boselli. Se no che differenza c'è col mensile?
"Ma, sai, il texone nasce proprio dal "riciclaggio" di una storia di Guido Buzzelli scartata dal mensile.."
"eh, già!" rispondo io "è stata scartata l'interpretazione texiana di Buzzelli, mica la storia di Nizzi!". Il principio è sano, allora: una veste editoriale per un Tex d' altri maestri, quindi che ce ne frega di Nizzi, Boselli e Nolitta...vogliamo vedere Kubert, Magnus, Zaniboni, Bernet e magari Cavazzano, Manara, Moebius. Neanche Galep, Ticci, Capitanio, Mastantuono e compagnia cantante.

Luttazzi: uno e uno solo?


Giorgio Rosciglione, Massimo Moriconi i fratelli Corvini...tutta gente di Roma che ho conosciuto personalmente nei primi anni ottanta quando nella capitale vi era un fervore musicale incredibile. All'epoca erano considerate le nuove promesse del panorama jazzistico, sulla scia di quella decina di artisti che avevano aperto la breccia ad un jazz più moderno ed evoluto...Eddy Palermo, Enrico Pierannunzi ed altri. Dalle promesse ai fatti: questi musicisti hanno accompagnato i nostri più grandi artisti della scena nazionale, senza fare troppi nomi cito la sola Mina, garantendo un sound sempre preciso e puntuale. Uno di questi grandi artisti accompagnati è stato Lelio Luttazzi, il quale ha inciso suoi dischi avvalendosi della collaborazione di Corvini, Morriconi, Rosciglione. Una fortuna per questi ragazzi aver avuto a che fare con un maestro del genere. Per me Luttazzi è da considerare un riferimento storico culturale per la nostra musica, un rifermento imprescindibile e non solo azzistico ma anche e soprattutto popolare. Come sapete Lelio è morto un paio di giorni fa... e, artisticamente, non se ne vede un altro all' orizzonte. Oppure non ci sarà mai. Si, forse non ci sarà mai, Stefano Bollani, artista immenso e multiforme, la nostra "punta di diamante" musicale in questo momento, mi sembra convintamente puntare verso altri lidi. Lui un pezzetto di Luttazzi se lo porta dietro, ad ogni modo.