Ivo Milazzo è da considerarsi uno dei grandi maestri del fumetto internazionale. Cultore dello stile "
Toth" Milazzo si fa le "ossa" presso lo studio
Bierrecì di
Bottaro,
Chendi e
Rebuffi disegnando storie disneyane. E' il 1973. In quello stesso anno l' autore incontra
Giancarlo Berardi con il quale da vita ad un sodalizio che durerà più di 20 anni. Dalla loro fantasia si sprigiona un singolare personaggio; una sorta di solitario cacciatore dalla folta barba che si muove inizialmente tra le montagne del
Montana ma che poi sarà "attrezzato" per affrontare le città, gli oceani, la politica:
Ken Parker.

E' con Ken Parker che
Ivo Milazzo si mette in luce come raffinatissimo
artista western. Il suo tratto "graffiato", quasi inciso sul foglio è talmente coinvolgente che il lettore è costretto a seguire due storie: quella dello scrittore
Berardi e quella del disegnatore Milazzo. Un paio di anni prima che iniziasse il suoTexone lo incontrai ad una
Kermesse fumettistica ed ebbi il piacere di scambiare due chiacchiere con lui (due chiacchiere? parlammo per più di un'ora!). Mai avrei pensato che i suoi pennelli avessero retto l'urto con una colonna come
Tex e in effetti la prova non è del tutto riuscita. Ciò nonostante la grandezza di Milazzo è rimasta. Il segno del disegnatore di Tortona ha "attraversato" l'anima di diversi disegnatori:
Claudio Villa, un disegnatore
emozionante, deve parte del suo modo di comunicare a fumetti proprio a Milazzo. E gli stessi
Ambrosini,
Casertano, Il povero
Deidda,
Ramella,
Barbati e tantissimi altri che non hanno disegnato per il Ranger di casa
Bonelli gli "devono" qualcosa.
Milazzo, dove diavolo sei?