martedì 17 agosto 2010

Caniff: maestro d'avventura, comunque

Milton Caniff, ovvero "l'altra parte grafica" del fumetto mondiale che ha corso al fianco di quella forse più famosa di Alexander G. Raymond.
Guardando i nostri Tacconi, Nicolò e Letteri, Caesar, Molino etc...ci rendiamo conto di quanto questi disegnatori siano stati influenzati dal Gordon, dall' X-9 e anche dal Rip Kirby, poi guardando Ticci e Pratt (o la scuola D'Amy) arriva con altrettanta evidenza l'influenza di Caniff verso i due. Forse, e la mia vuole essere solo una considerazione buttata li, che la "scuola raymodiana" sia servita più al fumetto popolare e ai suoi interpreti, mentre quella caniffiana più al fumetto d'autore? Un percorso di risposta ce lo indica l'arte di Jean Giraud: caniffiano doc nel suo periodo "Blueberry", autore rivoluzionario da "Moebius" in avanti! Moebius, quello intento a strappare i confini alle strips per allargare culturalmente il fumetto a tutta pagina, quello che elimina le sbarre perimetrali alla vignetta, per dare spazio alla fantasia, alla creatività. E bravo il nostro Moebius che, stanco di farsi il mazzo col seriale, si inventa il modo per aumentare la pagnotta e diminuire il lavoro, lui che forse non ha mai dato conto a quello che provava il lettore ad "entrare" nelle sbarratissime vignette di Jeff Hawke, la strip di Sidney Jordan entro i cui minuscoli quadretti si muovevano veri e propri mondi.
Viva Raymond e i raymondiani che il culo se lo son fatto in quattro, alla faccia della sbarre e in onore del sogno e... viva Caniff e i caniffiani che del grande autore hanno colto l'aspetto avventuroso, da Tex a Corto Maltese... senza passare per Uomini del Grande Nord o Uomini della Somalia, opere (opere?) a onor di firma.

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